Il direttore di Libero ha detto la sua sulla scomparsa della bambina portata via dall’hotel occupato Astor a Firenze.
“Poche cose funzionano peggio delle amministrazioni comunali, specialmente se guidate dalla sinistra, essendo questa particolarmente tollerante quando si tratta di occupazioni abusive, borseggio sui mezzi pubblici e generi criminali affini“. Vittorio Feltri apre così il suo editoriale di oggi, scegliendo di dedicarlo interamente a Kata, la bambina scomparsa a Firenze dall’hotel occupato Astor.
Un luogo che il direttore di Libero definisce come un “albergo rimasto vacante e prontamente abitato da immigrati i quali pagavano abitualmente l’affitto ai gestori del racket, che, a quanto pare, non disdegnavano affatto il ricorso alle maniere forti, addirittura sanguinarie, per indurre gli inquilini a versare tutto il dovuto e in modo puntuale“.
“Di cosa ci stupiamo?”
Vittorio Feltri riflette ironicamente sulla situazione dello stabile in cui viveva la piccola Kataleya definendolo come “un palazzo che sembra essere il quartier generale della mala“. Per il direttore di Libero la sparizione di Kata non è dovuta all’opera di un criminale ma al “clima di generale tolleranza, ma diciamo pure lassismo, anche e soprattutto da parte delle istituzioni, il quale ha permesso che germinasse e si sviluppasse, consolidandosi, codesta situazione di totale irregolarità“.
“Finché – conclude Feltri – non verrà posto un argine al dilagare incontrollato dell’abusivismo assisteremo inevitabilmente al proliferare della devianza e del banditismo in ogni forma e declinazione e sarà sempre più facile che siano coinvolti i minori, in quanto sono essi i soggetti più fragili ed esposti“.